STRADARIO DELLE CREPE ws a cura di Elena Iacono
Fondazione B.Gatto - Via Altimari, 10 GIOVI ALTIMARE (SA)
Biografia Elena Iacono nasce sull’Isola d’Ischia (NA) nel 1997. Nel 2022 si laurea in Didattica dell’arte e mediazione culturale del patrimonio artistico all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Vive a Casamicciola Terme fino al 2017, quando perde la propria Casa a seguito di un sisma. Grazie alla fotografia e alla sua formazione si impegna in una ricerca viscerale sul senso dell’abitare: cerca strategie per vivere al meglio, custode delle sue memorie e sensazioni. Nel 2022 dà vita all’Archivio sentimentale del terremoto: archivio online che vuole condividere e comunicare il patrimonio sentimentale legato al trauma del sisma. Ha esposto i suoi lavori fotografici al Museo Archeologico di Napoli, all’8ª Biennale dei Giovani Fotografi Italiani, in due Congressi Nazionali FIAF, all’Accademia di Belle Arti di Napoli e in varie sedi pubbliche e private in Italia. Nel 2023/24 ha partecipato alla seconda edizione della Masterclass Ivano Bolondi con il fotografo Lorenzo Cicconi Massi e nel 2024 è stata selezionata per il progetto FAQ – Foto Archivio di Quartiere con la fotografa Marina Caneve, promosso dal Comune di Napoli.
Il workshop Stradario delle crepe sarà formato da due parti: una parte narrativa e una pratico-laboratoriale.
Parte narrativa: l’incontro partirà con un breve racconto sulle vicende personali e sui processi che hanno portato alla nascita degli “Stradari delle crepe” (primo tra tutti il tema del terremoto), opera fotografica creata da Elena Iacono nel 2023 in seguito al Lab di Cult 147 FIAF tenuto da Valentino Petrosino e, successivamente, selezionata in una sua versione fotografico-didattica come vincitrice dell’ottava edizione della Biennale dei Giovani Fotografi Italiani (svoltasi al CIFA di Bibbiena a settembre 2023). Durante il racconto si parlerà soprattutto dell’importanza della formazione e degli interessi personali che vanno oltre la fotografia: le competenze e le conoscenze personali possono permettere alla fotografia di nutrirsi ed evolversi, creando delle ibridazioni personali e originali. Questo fattore è molto importante nella vita di Elena Iacono, perché spesso le permette di utilizzare la fotografia non solo in quanto forma artistica e narrativa ma anche come strumento didattico per svolgere laboratori che permettano di trattare argomenti complessi in maniera più immediata ed attiva. La fotografia è una metafora potentissima e può permetterci di sviscerare temi personali e permetterne la comprensione.
Parte pratico-laboratoriale: A ogni partecipante al workshop verrà chiesto di portare una foto stampata su carta NON fotografica, a colori o in bianco e nero, di una propria crepa (1) (Per questo motivo sarebbe utile avere un’adesione dei partecipanti al workshop, avendo la possibilità di comunicare con loro tramite email per “prepararli” al laboratorio). Ai partecipanti saranno fornite varie foto di crepe dall’archivio fotografico di Elena Iacono e un foglio che servirà da supporto per svolgere il laboratorio. L’attività consisterà nel realizzare uno “Stradario collettivo” delle proprie crepe intersecando in maniera libera, tramite la tecnica del collage, le varie linee delle crepe. L’operazione di creazione dello stradario sarà realizzata in gruppo e ognuno, individualmente, inserirà nella mappa anche la propria crepa. A questa prima fase seguiranno anche due fasi di scrittura collettiva e vari momenti di pausa e riflessioni. L’ultima fase sarà una sintesi del processo svolto e consisterà nella creazione di un titolo e di un sottotitolo per il proprio stradario.
(1) Il concetto crepa può essere sviscerato in maniera molto libera e personale. Le crepe non sono solamente solchi nei muri ma possono essere individuate in moltissimi elementi: rami di alberi, texture particolari, ferite fisiche come le cicatrici, fulmini e ogni cosa la mente associ ad una crepa. La cosa più importante da tenere a mente è che la crepa deve essere qualcosa di personale, una frattura (negativa o positiva) che abbia un significato profondo per ciascun partecipante.
Motivazione e obiettivi: Questo workshop vuol far comprendere ai partecipanti l’importanza della fotografia non solamente come mezzo artistico ma anche come strumento didattico e “terapeutico” per aumentare la consapevolezza su se stessi e sul mondo. In questo caso individualità e collettività si fondono per dare origine ad un lavoro che sia sintesi del vissuto eterogeneo del pubblico presente al workshop. Il laboratorio parte dalle crepe: simbolo per eccellenza per indagare più a fondo il proprio rapporto, spesso complicato se non traumatico, con gli spazi dell’intimità (primo fra tutti quello della Casa). Mentre una crepa ci isola, ci contiene e ci inghiottisce, tante crepe insieme possano creare una stratificazione di strade che ci permettano di iniziare a muoverci. La possibilità di movimento vuole essere un vero e proprio simbolo di riscatto e cambiamento. Quando si è bloccati, specialmente a seguito di un trauma, a volte la cosa più difficile è proprio fare un passo verso qualcosa. Costruendo uno stradario possiamo iniziare a capire lo spazio e a scoprire noi stessi tramite dei luoghi, possiamo intraprendere una direzione se non addirittura orientarci.
Parole chiave: mappa, stradario, crepe, collage, trauma, liberazione, scrittura creativa, gruppo, abitare, spazi, movimento, orientamento, metodologia.
Materiali: stampe di foto a colori o b/n A4 (il numero di stampe varia a seconda dell’adesione al laboratorio), uno o più fogli di carta pacchi (quantità e misure variabili, da definire a seconda del numero di partecipanti), colla stick, forbici, pennarelli indelebili neri, pennarelli colorati.
Tempistiche:
- Parte narrativa: massimo 30 minuti
- Parte laboratoriale: circa 1.5 ore
Durata complessiva: circa 2 ore (per un massimo di 2.5 ore)
Il workshop si terrà negli spazi della Fondazione Bartolomeo Gatto
NUMERO MINIMO PARTECIPANTI 5, NUMERO MASSIMO PARTECIPANTI 15
PER INFO, COSTI E ISCRIZIONI info@lab147.it